Dal 3 all’8 settembre Bologna ospiterà la XXIII° edizione del Festival Danza Urbana: spettacoli e performance "non conformi" in luoghi urbani non convenzionali.
Giunge quest’anno alla sua XXIII°edizione il Festival Danza Urbana, che si svolgerà a Bologna dal 3 al 8 settembre 2019: una rassegna non conforme, caratterizzata dal connubio e dall’ibridazione tra danza, musica, performance, spazio, corpi, pensiero e investimento politico e sociale.
Dalla sua nascita l’obiettivo della rassegna bolognese diretta da Massimo Carosi è portare spettacoli e performance in luoghi non convenzionali della città: la danza in formati nuovi e 'in divenire' si inserisce in diversi contesti della vita urbana - all’interno delle architetture, dei monumenti, dei cortili e dei vicoli di Bologna, riscrivendone temporaneamente gli spazi e le relazioni.
Spazi, corpi e relazioni: il desiderio di "non conformità"
Il filo conduttore di questa edizione è il desiderio di “non conformità”: una danza non uniformata né facilmente classificabile. Il Festival infatti abbraccia formati artistici aperti e destrutturati, performance capaci di passare dal codice della danza a quello performativo e musicale, cercando di non programmare solamente coreografi con percorsi coreutici canonici ma artisti capaci di mescolare linguaggi diversi.
Il programma
Danza Urbana ospiterà 11 artisti italiani e 9 stranieri, i lavori in programma affrontano la tematica della fragilità e marginalità del presente, portando in scena corpi “non conformi” che parlano di un’umanità da scoprire, amare, accudire, curare, valorizzare e includere.
La rassegna si apre il 3 settembre con La bellezza ti stupirà di Enzo Cosimi, che lavorando con associazioni nevralgiche della città ha coinvolto nella creazione persone senza fissa dimora, richiedenti asilo, donne vittima di tratta, persone che vivono ai margini.
Il 5 e 6 settembre invece è la volta di Square, l’installazione interattiva e opera multimediale di Lorenzo Bianchi Hoesch: performance per due spettatori alla volta dotati di cuffie e smartphone che esploreranno lo spazio intorno a Piazza Maggiore.
Da segnalare Who cares? Ecologia del dialogo – la creazione nata da Sedimenti, una delle sezioni del progetto Petrolio, prodotto per Matera capitale europea della cultura 2019, in scena il 6 settembre, che si interroga sui disastri ambientali, sulla comunità, sul peso della cultura e della politica. L’opera è un esperimento di creazione collettiva concepita per spazi pubblici, nata in quattro tappe di lavoro - Firenze, Beirut, Ravenna e Matera, dall’incontro di quattro artisti: il libanese Bassam Abou Diab, lo spagnolo Yeinner Chicas e gli italiani Olimpia Fortuni e Leonardo Maietto.
Sempre la relazione tra uomo e natura è al centro della danza del giapponese Hisahi Watanabe in scena il 4 settembre all’Orto Botanico con elementi di giocoleria uniti a elementi di composizione coreografica e dell’assolo Galapago di Ivan Benito, che attraverso la danza pone domande sul futuro dell’ambiente e della sopravvivenza della specie.
Da non perdere Save the last dance for me, l’ultima creazione di Alessandro Sciarroni, Leone d’oro per la Danza 2019, in scena il 4 e 5 settembre alla Pinacoteca Nazionale. La coreografia di Sciarroni nasce dalla tradizione bolognese della Polka Chinata primonovecentesca: un appassionante ballo di coppia che fa rivivere una antica danza di corteggiamento eseguita da soli uomini e in via d’estinzione.
Date e Orari degli spettacoli:
Danza Urbana 2019 - Il programma completo.